Dopo il capoluogo di Provincia Oristano, Terralba rappresenta il secondo centro dell’oristanese più popolato, con circa 11.000 abitanti. Il nome Terralba prende origine da ‘terra bianca’, riferimento al suolo ricco di sabbia e argilla bianca di questo territorio, che si trova in una grande pianura di origine paludosa (la Piana di Terralba), confinante col Monte Arci e la zona della Marmilla.
Fanno parte del Comune di Terralba: Marceddì, tra i più caratteristici borghi di mare della zona oristanese, distante da Terralba circa 12 km, e la frazione di Tanca Marchese, a 5 km.
È dell’epoca neolitica la prima traccia di presenza umana nella zona di Terralba: appartengono infatti a questo periodo le armi e gli strumenti in ossidiana, il vetro nero di origine vulcanica proveniente dal vicino Monte Arci, rinvenuti in queste zone.
La nascita di Terralba, secondo la tradizione, deriva dall’origine intorno al 1000 a.c. di un villaggio – Osea – vicino allo Stagno di San Giovanni. Gli attacchi via mare da parte dei pirati, portarono la popolazione a trasferirsi nella vicina Neapolis, uno dei porti più importanti in epoca sardo-cartaginese. Occupata dai romani nel 238 a.c., diventa un importante scalo commerciale e più avanti anche la sede episcopale, insomma una città a tutti gli effetti che sarà abitata fino al periodo bizantino. Dopo essere stata conquistata dai saraceni, gli abitanti rimasti scelsero di trasferirsi nelle zone più interne, andando così a fondare nel 1017 d.c. Terralba.
Dopo l’immenso lavoro di bonifica avvenuto dopo il 1918, durante il quale venne trasformata un’area estremamente paludosa di circa 18.000 ettari in una zona coltivabile e con 33 km di nuove strade, non solo ci fu un drastico miglioramento della condizione di salute delle persone (la malaria avrebbe avuto un inesorabile declino) ma anche l’economia locale, basata su agricoltura e allevamento, crebbe e si sviluppò sempre di più con la nascita di nuovi terreni finalmente adatti alla coltivazione.
Tra i monumenti storici di Terralba risalta la Cattedrale di San Pietro, patrono del paese.
La vicina Marceddì rappresenta forse uno dei principali borghi di mare della Sardegna: con la sua Torre Vecchia, voluta dagli spagnoli a guardia dei continui attacchi dei saraceni e il paesaggio unico del variopinto villaggio dei pescatori, che racconta anche una storia fatta di lotta e di orgoglio.
La laguna di Marceddì è un punto di incontro tra le acque dolci dello Stagno di San Giovanni e quelle profonde e salmastre dello stagno di Corru S’Ittiri. Tale particolarità rende questa zona umida tra le più ricche di biodiversità in Europa, tanto da rientrare tra quelle protette dalla convenzione di Ramsar.
Curiosità: Terralba ha recentemente vinto la medaglia d’oro al concorso mondiale del miglior panettone 2022!