Cornus, l’antica antenata di Cuglieri, fu il simbolo della sfida dei Punici e dei Sardi all’Impero Romano. Oggi, però, tutto ciò che resta di questa città perduta è incastonato in un paesaggio straordinario alla base della catena del Montiferru, tra le borgate marine di Torre del Pozzo e S’Archittu, con vista sulle scogliere bianche di Santa Caterina di Pittinuri.
Fondato dai Cartaginesi alla fine del VI secolo a.C., il sito fu scelto per la sua vantaggiosa posizione commerciale. La città crebbe rapidamente in ricchezza e potere. La collina di Corchinas fu il nucleo della città punica, sopra un precedente insediamento nuragico, con zone residenziali e artigianali che si svilupparono nell’area circostante. Dell’epoca punica rimangono solo le mura e i sepolcri, mentre risuonano ancora nell’aria le eroiche lotte per preservare l’indipendenza, come la battaglia di Cornus condotta da Amsicora, che fu il principale promotore della resistenza contro i Romani da parte delle città costiere e del popolo sardo.
Durante il periodo della persecuzione romana contro i cristiani, molti di loro furono costretti a tenere nascosta la loro fede. Dopo che Costantino concesse la libertà religiosa nel 313, il cristianesimo divenne presto la religione ufficiale dell’impero e Cornus divenne il centro episcopale della Sardegna. Accanto al nucleo abitativo e artigianale vennero costruite tre basiliche, una delle quali dotata di un’abside dove venivano inumati i fedeli più eminenti in sarcofagi di pietra, alcuni dei quali sono ancora presenti nella zona. Davanti al primo edificio si trovava un piccolo ambiente adibito a battistero, mentre a lato gli scavi hanno portato alla luce tombe in terra con tetti in tegole, denominate “alla cappuccina”, in parte visibili in situ, sepolture in anfore e il ritrovamento di mensae per il rito funebre refrigerium, oggi chiamata sa mesa ‘e sos mortos , un rituale che si svolge ancora oggi a Cuglieri e in molte località della Sardegna e che prevede l’offerta di caffè, prodotti da forno e pane ai defunti, con l’intento di onorarli.