Cuglieri, piccola perla della Sardegna con i suoi 2500 abitanti, è situata a 479 metri sul livello del mare all’ombra del massiccio del Montiferru, in provincia di Oristano. Il nome ha origini medievali, anche se qualcuno avanza l’ipotesi che sia ancora più antico, all’incirca al periodo fenicio. Noto per il suo olio extravergine d’oliva Cuglieri, è anche conosciuto per l’arco naturale di S’Archittu, da dove i più coraggiosi non disdegnano di mettersi alla prova con spettacolari tuffi.

Cuglieri si contraddistingue per la sua storia lunga secoli. Sono numerose le testimonianze che risalgono al periodo nuragico, punico e anche romano. Questo lo si può ammirare presso il Museo Civico Archeologico, posto all’interno di quello che è l’ex Convento dei Cappuccini datato 1610.

Ma l’intero territorio di Cuglieri è un museo all’aperto con i suoi 65 nuraghi e i numerosi ritrovamenti storici. Non mancano resti di Domus de Janas, delle strutture preistoriche che fungevano da tombe scavate nella roccia e risalenti all’era pre-nuragica. Imperdibili anche le tombe dei Giganti monumenti dalla forma rettangolare absidata, che si compongono di grossi blocchi di pietra e che venivano utilizzati per le sepolture collettive sempre in età nuragica.

Da cornice a tutta la storia di Cuglieri, che è poi la storia di tutta la regione, non mancano delle bellezze naturali come la Cascata di Massabari, le fonti di Tiu Memmere, le spiagge e la piscina naturale di Su Riu ‘e sa Ide. Per concludere la cascata di Cabu Nieddu che si può ammirare solo nel periodo delle piogge.

Cuglieri sul suo territorio conserva le testimonianze di una storia sacra, che ha visto sorgere molti luoghi di culto, tutti con il proprio fascino e tutti da visitare. La maggior parte dei luoghi sacri del posto sono di origine cristiana, anche se non mancano esempi di siti di culti pagani tipici del popolo sardo.

Si può iniziare questo viaggio nei luoghi sacri di Cuglieri da questo complesso che si trova nell’aria Columbaris datata IV-V sec. d.C.. Qui sorgono 2 delle più antiche basiliche, oltre a un battistero, un palazzo episcopale e l’area cimiteriale che ora fa da museo.

In Sardegna la Basilica Minore di Santa Maria ad Nives è uno dei centri mariani più rilevanti per quello che riguarda la storia che al suo interno viene racchiusa. Questa Basilica è sorta nel XIV secolo, per poi essere ricostruita 3 secoli più tardi, in uno stile completamente differente.

A farle compagnia la chiesa di Sant’Imbenia, tappa dell’Itinerario dei Martiri della Regione Sardegna e inserita anche nel Registro dei Cammini di Sardegna, entrambe molto apprezzati da chi non vuole perdersi il lato più spirituale di una terra splendida come la Sardegna.

Altro luogo di pregio del culto mariano dell’isola è questo Complesso insieme alla Chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie. La sua origine è da cercare tra il 1400 e il 1500. 40 anni dopo la donazione da parte della famiglia Zatrillas fu eretto a corredo del complesso il Convento dei Servi di Maria.

Per completare il percorso ecco il Complesso dell’ex Seminario Regionale sardo, che tra il 1927 e il 1971 divenne sede della facoltà di Teologia Sarda. Gestito dai Gesuiti i quali presero l’impegno di educare il clero della regione, non solo in materia teologica, ma anche spirituale e musicale.

Di particolare bellezza, la Chiesa di santa Croce datata XI secolo e fulcro del primo centro abitativo del paese.

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