Si potrebbe dire che questo borgo non è altro che un villaggio di pescatori, frazione del Comune di Terralba.
In realtà però, Marceddì è ben più antica del comune da cui oggi dipende, nato solo al morire della vicina cittadina di Neapolis.
Sia che si arrivi dalla strada ufficiale, quella da Terralba, o che si provi ad attraversare lo stretto ponte teoricamente interdetto ai non autorizzati, ad accogliere i visitatori è il piccolo “centro storico” di Marceddì, decentrato rispetto al Borgo.
Questo è costituito dalla Chiesetta della Madonna di Bonaria (1930), patrona e protettrice di questo luogo, la piazza antistante, l’edificio dell’ex dogana, oggi Museo del Mare, e il porticciolo.
Superando il porticciolo e dirigendosi verso il lungomare si entra nel cuore di Marceddì: diverse file parallele di case colorate guardano alla laguna. Nate intorno agli anni ’50 del secolo scorso, furono costruite da pescatori come atto di silenziosa, ma concreta protesta nei confronti della famiglia Castoldi, ingiustamente unica detentrice fino al 1960 del beneficio di sfruttamento esclusivo dei diritti di pesca nella laguna e negli stagni circostanti.
Tuttavia, nel 1957, il culmine delle agitazioni dei pescatori, sostenuti dall’amministrazione di Terralba e dall’opinione pubblica, fecero cedere l’Amministrazione Regionale che abolì finalmente il sistema baronale di gestione delle acque. Dopo vari avvicendamenti alla gestione delle acque lagunari, oggi il compendio della pesca è affidato alla Cooperativa Pescatori Marceddì.
Superata la prima fila di case che costeggia la laguna si giunge poi al ponte di legno che conduce ai sentieri che attraversano tutto il complesso lagunare di Corru S’ittiri e alla Torre Vecchia.
Il momento più importante dell’anno a Marceddì è certamente la Festa della Madonna di Bonaria. Sentitissima dai suoi abitanti attira ormai fedeli e curiosi da tutta la zona, e non solo!
La domenica successiva a Ferragosto si tiene la processione a mare: il simulacro della Vergine di Bonaria viene infatti accompagnato da tutte le imbarcazioni dei pescatori fino alla Torre Vecchia. Lì il vescovo, che normalmente accompagna la statua, benedice le imbarcazioni. In quei giorni il villaggio si riempie di turisti, di bancarelle e di stand, chiamati “stazzus”, in cui viene arrostito il pesce locale e dove si cucinano prelibati piatti con i mitili della laguna. In questa pittoresca cornice si alternano eventi religiosi, culturali e folkloristici, curati dal Comitato della Festa.