Le idrovore, magici marchingegni che hanno reso e rendono possibile la sola esistenza dell’enorme piana su cui sono edificate. Senza di esse questo territorio che oggi ammiriamo tanto florido e verde, sarebbe semplicemente una distesa di acquitrini.

Arrivando da Marceddì si incontra, per prima, l’Idrovora di Luri. Edificata nel 1930, su progetto dell’ing. Flavio Scano, si trova lungo la strada 3 Ovest, nei pressi dell’omonima frazione. La struttura dell’idrovora è un affascinante residuo dell’epoca della bonifica: in essa si fondono elementi tardo-ottocenteschi, dell’architettura dei Coppedè, con un gusto per la semplicità della forma già orientato verso soluzioni più “razionali”.

Proseguendo sulla Strada Provinciale 69, verso lo stagno di S’Ena Arrubia in direzione di Oristano, incontriamo invece l’imponente Idrovora del Sassu. Edificata tra il 1931 e il 1934 sempre su progetto dell’ing. Scano, si presenta ancora oggi bella e imponente.

Definita come la più “fascista” tra le architetture della bonifica, in essa si fondono futurismo e razionalismo. Il fabbricato orizzontale della sala-macchine è delimitato da due torri scalari e semicilindriche di diversa altezza. Il risultato estetico, oltreché simbolico, è quello di un ingranaggio meccanico in muratura.

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