Nella vallata situata alla confluenza dei fiumi Riu Mannu e Riu Marafè, nelle vicinanze della chiesa campestre di San Marco a Tresnuraghes, confinante con i comuni di Cuglieri e Sennariolo, si trova la maestosa rovina di “sa fabbrica de su paberi”. Questo edificio rappresenta un importante esempio di archeologia industriale, trascurato e abbandonato per oltre due secoli, conquistato dalla crescita spontanea della vegetazione.

Durante il periodo dei Savoia in Sardegna, tra il 1799 e il 1814, fu avviata questa attività industriale, tra le poche iniziative per lo sviluppo dell’industria isolana. Il luogo scelto, abbondante di acqua ma troppo lontano dal mare per un efficiente approvvigionamento di materie prime, fu affidato alla progettazione del giovane marchese Vittorio Pilo Boyl.

I lavori iniziarono nel 1809 con un investimento di circa 200.000 franchi, che durarono fino all’abbandono del sito. Tuttavia, come scrive Angius, non fu prodotto altro che “alcune prove o saggi di carta, troppo scura per essere utilizzata per altri scopi che per la scrittura e la stampa”.

Oggi, ciò che resta della “fabbrica della carta” è solo la prima sezione prevista dal progetto originale, che avrebbe dovuto coprire un’area quasi doppia.

La struttura si ergeva su tre livelli: il piano terra ospitava le macchine azionate dall’acqua canalizzata in una lunga galleria a volta, mentre i piani superiori, con coperture in legno, erano destinati all’asciugamento della carta. Di questi piani alti, oggi restano solo i grandi finestroni rettangolari vicini nei tratti rimasti del muro, che erano destinati a essere chiusi da porte in legno con finestre per illuminare l’interno.

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