San Nicolò d’Arcidano è un paese del Sud Sardegna della Provincia di Oristano, di circa 2500 abitanti. Sorge in un tratto pianeggiante tra il Monte Linas e il Monte Arci, ed è solcato da due corsi d’acqua, Flumini Mannu e rio Sitzerri.
Il nome del paese ‘Architano’ può significare ‘sulla via del Monte Arci’, strada considerata molto importante in epoche passate poiché collegava il mare al monte custode della preziosa ossidiana, pietra fondamentale per la costruzione di utensili e punte d’arma.
La storia e le origini di San Nicolò d’Arcidano si perdono nei mille rivoli dei tanti racconti tramandati oralmente, ma è certo che anche in queste zone, come in tutta l’Isola, i popoli pre-nuragici e nuragici hanno lasciato segni del loro passaggio: testimoni di questo periodo, i ruderi di ben sette nuraghi, di cui il più importante è Peppi Tzappus in località is Codinas, dove sono stati ritrovati anche dei mattoni originari dell’epoca romana. Anche a San Pantaleo e Santa Barbara, nelle vicinanze di San Nicolò, sono stati rinvenuti dei reperti appartenenti al periodo romano.
Senza dubbio la presenza della vicina Neapolis, con il suo porto commerciale del periodo fenicio-punico, favorì lo scambio e il commercio, ma anche le incursioni dei pirati che distrussero interi territori. Questi ultimi spinsero le persone ad abbandonare alcuni centri, tra cui Architano-Arcidano, rifondato successivamente nella metà del ‘600 con l’arrivo di alcune famiglie provenienti da Furtei e Samassi: questo gruppo di famiglie scelsero di stabilirsi in quella che oggi è San Nicolò d’Arcidano.
L’economia di San Nicolò d’Arcidano si basa sull’agricoltura, in particolare sulla coltivazione della vite: qui si coltiva l’uva bovale e la varietà su muristellu, che danno origine a vini tra i più apprezzati a livello nazionale.