Posizionato a circa 400 metri sul livello del mare, sul lato nord del Montiferru, Scano di Montiferro è circondato da uliveti e antiche foreste di lecci, querce e corbezzoli, con numerose sorgenti dalle proprietà benefiche.

Il paese, conserva profonde tradizioni: su cuncordu, un canto secolare che accompagna i riti della Settimana Santa, balli tipici e feste come i fuochi di Sant’Antonio Abate, il carnevale iscanesu, con la maschera arcaica de s’Ainu Orriadore, sa festa ‘e totta ‘idda (ogni quattro anni) e sa festa manna in onore di San Pietro Apostolo, celebrata alla fine di giugno.

La chiesa parrocchiale del XVIII secolo è dedicata al santo patrono, dove è custodito il suo antico simulacro ligneo. Nel centro del paese si trovano anche il campanile quattrocentesco della Madonna del Rosario e la facciata seicentesca di San Niccolò. Tra le chiese rurali, Santa Croce e San Giorgio sono particolarmente affascinanti, situate su due colline che proteggono il paese, mentre la chiesa di Sant’Antioco, patrono della Sardegna, è ubicata a sei chilometri dal centro.

Nei dintorni del paese si trova la via dei mulini, che testimonia un’attività paleoindustriale risalente al Medioevo. Dei 16 mulini originari, oggi se ne possono osservare sette, con ruote orizzontali e verticali. Imperdibili anche la cascata del bosco s’Istrampu de Alere e il Parco degli Uccelli, un museo naturalistico abitato da asinelli, cavallini della Giara, daini, emù, mufloni e popolato da fenicotteri, gru, ibis, pappagalli e pavoni. Grandi vasche ospitano cigni e oche. La visita al santuario di Santa Barbara, a due chilometri dal paese, tra le rocce e vicino a domus de Janas e nuraghe Abbaudi, è un’esperienza emozionante. L’edificio, costruito con blocchi di arenaria, presenta una sola torre conservata per 16 filari, alta nove metri, e i resti di un villaggio circostante.

Uno dei nuraghi più imponenti del Montiferru è il Nuracale, caratterizzato da una torre centrale alta undici metri e un quadrato di cortine murarie e torri angolari attorno ad essa. Nella zona, potrai ammirare anche le tombe dei giganti di Pedras doladas. Queste sono le tre principali testimonianze della civiltà nuragica, che ha lasciato tracce di 50 insediamenti in un territorio frequentato fin dal Neolitico e successivamente abitato in epoca punico-romana.

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