Ai piedi del Montiferru sorge Seneghe, un paese di circa 1700 abitanti, noto per la produzione di miele e soprattutto di olio, tanto da aver vinto alcuni premi nazionali ed essere entrato a far parte, come socio fondatore, dell’Associazione Città dell’Olio. Legata alla produzione dell’olio, anche la manifestazione storica Prentzas Apertas, ‘frantoi aperti’, che ogni dicembre anima il centro del paese.
Dal nome di origine incerta, forse derivante da S’ena (fonte sorgiva) o dal latino senex (antico), questo incantevole borgo è ricco di bellezze naturali e archeologiche, e ideale paesaggio dove fare escursioni o visitare i dintorni ammantati dagli olivi secolari.
Il centro storico si schiude agli occhi del visitatore attorno alla Chiesa di Santa Maria Immacolata, che col suo campanile di oltre 30 metri, è la chiesa dedicata sia alla Madonna che al co-patrono del paese, San Sebastiano. Ed è a lui che viene intitolato il 20 gennaio il falò che sancisce l’inizio del Carnevale Seneghese, tra le manifestazioni carnevalesche dell’AltrOvest che un viaggiatore dovrebbe vivere durante l’inverno sardo (oltre alla Sartiglia, la rinomata corsa equestre che si corre l’ultima domenica e martedì di carnevale ad Oristano).
Di grande impatto, il martedì grasso, le danze in Piazza Mannu, nota come Piazza dei Balli (pratz’e sos ballos), dei seneghesi vestiti in costume tradizionale: poter partecipare alle antiche danze, Sas Andatzas, è un vero e proprio onore per i cittadini.
Anche Seneghe, come Arbus, Sant’Antonio di Santadi e Cabras accoglie una chiesa consacrata a Sant’Antonio da Padova, che fu costruita a partire dal 1630, e restituita ai fedeli solo qualche anno fa dopo essere stata chiusa per molto tempo.
A settembre, c’è poi un evento culturale considerato oramai imperdibile e conosciuto anche a livello internazionale: Cabudanne ‘e sos poetas ovvero il Settembre dei Poeti, dove letteratura, poesia e musica si incontrano per le strade di Seneghe, animando ad ogni ora il piccolo borgo.
Seneghe è anche uno dei luoghi con la più alta concentrazione di siti archeologici, specialmente risalenti all’epoca nuragica (se ne contano addirittura un centinaio!).
Tra i tanti nuraghe e tombe dei giganti, si distingue il maestoso nuraghe Masu Maiore, monumento quadrilobato in pietra basaltica poligonale che si trova in una zona perfetta per l’osservazione del Sinis e della zona di Narbolia. Testimonianza del passaggio romano, l’antica fonte termale Funtana Fraigada, ritoccata in epoche recenti con pietre e cemento; per gli appassionati di archeologia industriale, anche in questa zona si trovano i resti di una miniera, quella di Su Entergiu.
L’economia di Seneghe si poggia sull’allevamento – sono pregiate le carni di ‘bue rosso’, razza bovina sarda-modicana che viene allevata allo stato brado nelle campagne del Montiferru – ma anche sull’artigianato, tra vestiti della tradizione e oggetti in ceramica.