Lo stagno di Cabras è per estensione e per varietà della biodiversità una delle più importanti aree umide della Sardegna, nonché d’Europa. Infatti assieme alle zone umide dello Stagno di Mistras, Pauli ‘e Sali e con lo stagno di Sale ‘e Porcus costituisce un ecosistema palustre fra i più vasti d’Europa e protetto dalla convenzione di Ramsar. Per questo è stato riconosciuto sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale.

Nei suoi 2200 ettari confluiscono sia le acque dolci provenienti da diversi fiumi che le acque salate del mare, creando le condizioni ideali per il proliferare di una flora e una fauna variegata e al tempo stesso unica.

Al tempo dei giudici d’Arborea lo stagno e le sue peschiere facevano parte del demanio e tali continuarono a restare sotto il dominio aragonese e nei primi secoli della dominazione spagnola, fino a che, nel 1652, il re Filippo IV non vendette i diritti di pesca a Girolamo Vivaldi. 


Nel 1853 i Pasqua – Vivaldi cedettero gli stessi diritti alla famiglia Carta di Oristano, rendendo quello dello stagno un sistema feudale fino alla seconda metà del ‘900. Finalmente, dopo tante proteste da parte dei pescatori/mezzadri e una lunga diatriba legale, nel 1982 lo stagno fu acquisito nuovamente dal demanio regionale. Oggi è gestito dalle cooperative di pescatori riunite sotto il Nuovo Consorzio Pontis.

La Peschiera del Consorzio è visitabile e ospita anche l’ottimo ittiturismo Sa Pischera ‘e Mar’e Pontis.

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